La nostra voglia di scoprire questa volta ci porta in Senegal, nell’Africa Occidentale.
Dalla capitale, Dakar – in prossimità del Capo Verde (Cap-Vert, il punto più occidentale dell’Africa) – , prendiamo un traghetto e in ca. 20 minuti approdiamo su un’isola: Gorée.
All’arrivo, nella baia, veniamo salutati da ragazzini felici e ‘guizzanti’ nell’acqua…
Sul porto si affacciano graziose case in stile coloniale, intonacate attingendo da una ricca tavolozza di colori pastello e ocra.
E’ piacevole girovagare per strade e vicoli, osservare il gioco vivace dei colori e sentire il silenzio, non disturbato da auto o biciclette.
Qui si prova un fascino d’altri tempi, intimo, rilassato ed elegante. Un paradiso, una volta allietato dalle signares, donne di sangue misto portoghese-africano, avvenenti e molto scaltre nel commercio di beni come l’indaco e le spezie. Le tracce di passato non si nascondono e ci ricordano alcuni momenti tristi della storia di quest’isola: in una maison settecentesca, la maison des esclaves (casa degli schiavi) sono conservate le celle dove venivano tenuti gli schiavi prima di essere radunati alla porte du voyage sans retour (porta del viaggio senza ritorno) per essere imbarcati sulle navi per le Americhe.
Sulla costa fioriva il commercio di esseri umani. In questo paradiso la violenza è stata importata da uomini ‘civilizzati’…