In questa grigia e strana estate, quando molti Italiani in vacanza sono impegnati nella lettura dei gossip sui tabloid agostani o a navigare nel web con i tablet o i loro smartphone (guai a disturbarli con cose serie!), altri visitano i musei. Molto bene, turismo culturale!
Tranquilli e colti turisti.
Fra questi c’è anche chi, non sentendosi appagato dalla contemplazione delle opere d’arte in loco, se le porta via per godersele in santa pace… Raffinato istinto predatorio!
Predatori in agguato sui nostri musei.
E così, intorno alle 15 di sabato 23 agosto 2014, al Castello Sforzesco di Milano, un addetto alla vigilanza si accorge che alla parete della Sala Ducale della Pinacoteca non sono più appesi tre piccoli dipinti. La denuncia viene fatta dalla responsabile dei musei del Castello, Francesca Tasso, intorno alle 20.
Il Castello Sforzesco di Milano.
Francesca Tasso, responsabile delle Opere del Castello Sforzesco.
Sì, il furto è avvenuto in pieno giorno, durante l’orario di visita e quando il Museo delle Arti Decorative era frequentato da molti turisti.
La Sala Ducale con due tavolette simili a quelle rubate.
In un punto non controllato dalle telecamere e in un momento in cui l’addetto alla sorveglianza era impegnato altrove, uno sconosciuto pare con un tronchesino ha tranciato il filo di ferro con cui le tre tavolette erano fissate alla parete. Semplice, no?
Il risultato dell’opera di uno scaltro ignoto.
L’Arsène Lupin dell’arte forse aveva un comune zainetto o una borsa per nascondere le opere staccate e andarsene via… fischiettando un’arietta rinascimentale!
Certo, un furto su commissione compiuto da chi, molto probabilmente, sapeva bene che quell’angolo della sala non era coperto dai sistemi di sicurezza.
Le opere trafugate (di proprietà del Comune di Milano) sono tre tavolette di legno (di 25 cm x 25 cm) da soffitto, che in origine erano collocate in posizione inclinata tra le travi di sostegno del soffitto a cassettoni di una camera di un palazzo rinascimentale. Sono state dipinte da un anonimo artista cremonese della fine del Quattrocento.
Si stima che abbiano un valore museale di 25 mila euro ciascuna e sul mercato antiquario di qualche migliaio di euro, facevano parte della collezione di 32 pezzi conservata nei magazzini del Castello – ne erano esposte solo sei, di cui le tre sparite – e raffigurano busti maschili e femminili di profilo con costumi dell’epoca. Un documento storico di grande gradimento per il pubblico.
Una delle tre tavolette scomparse.
Va bene, non sono pezzi unici ma opere prodotte in serie in qualche bottega di Cremona, hanno uno scarso valore economico e possono essere venduti sul mercato nel settore del piccolo antiquariato… Ma sono stati rubati, e in un museo che è uno dei principali simboli di Milano e della sua storia!
Le tre opere d’arte ci sono ancora… sulla guida del museo.
«Potrebbe trattarsi di un furto studiato», ha dichiarato la dott.ssa Tasso.
«Da 14 anni, da quando sono diventata responsabile dei musei del Castello Sforzesco, non c’è mai stato un furto. Mi hanno riferito che l’ultimo è stato negli anni Ottanta», ha poi spiegato.
«Poiché i visitatori possono accedere con borse e zaini – ha aggiunto – è già in programma per l’autunno aprire un guardaroba per depositarli».
Insomma, una storia tipicamente italiana: lacune nella sorveglianza, superficialità nella gestione e scarsa avvedutezza nei progetti di conservazione (si cerca di prevenire quel che è già successo) da parte dei direttori dei musei… In questo caso, però, ci consola la mancanza del consueto rimpallo delle responsabilità, perché sembra che queste proprio non esistano.
Va be’… piccolezze del nostro Paese!
Attenzione: il 1º maggio 2015 apre l’EXPO 2015, e allora saremo sotto la lente di ingrandimento di tutto il mondo. Consigliamo di fare le cose bene e di non sbagliare!